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Il Punto di Luca  

 

 

Campionati Europei di Berlino

Roma

Una volta, per trovare una notizia sul nuoto, bisognava leggere i giornali partendo dall’ultima pagina, e la ricerca sarebbe sicuramente terminata poco dopo. Una volta un nuotatore italiano, per meritarsi un servizio al telegiornale, doveva perlomeno battere un record del mondo. Ma è anche vero che poco tempo fa era più difficile trovare un azzurro in una finale internazionale, e altrettanto raro trovarne uno su un podio. Ma adesso l’amore tra il popolo italiano ed il nuoto è ufficialmente sbocciato. Il colpo di fulmine avvenne a Sydney, per colpa o merito di Fioravanti e Rosolino, si rinforzò a Fukuoka e ha trovato una solida conferma a questi campionati Europei di Berlino.

Senza nulla togliere alle conferme del nuoto sincronizzato e ai segnali di risveglio arrivati dai tuffi (tornati qui agli antichi splendori), i quali hanno rimpinguato il medagliere azzurro, passiamo a commentare ciò che più ci compete, ovvero il "nuoto nuotato".

Come ormai consuetudine si apre con le grandi fatiche del nuoto di fondo, che per noi significa soprattutto Viola Valli. Nemmeno le fredde acque di Postdam hanno saputo fermare la campionessa di Velate, che ad un anno di distanza dai due titoli di Fukuoka si conferma dominatrice nella 5 km, dove ha beffato allo sprint (cosa assai inusuale per lei) tutte le altre partecipanti, coprendosi anche del titolo europeo. Ed è un vero peccato non poter vedere il sorriso di Viola sul podio olimpico (il nuoto di fondo inspiegabilmente non è disciplina olimpica) ma ci accontentiamo di applaudirla in questi suoi trionfi.

Un altro titolo ed un’altra conferma arrivano da Luca Baldini, bronzo nella 10 km ma soprattutto oro nella 5 km, dove sale sul podio in compagnia di Stefano Rubaudo (buon terzo), a testimonianza della grande forza di questo settore della nazionale italiana.

Questi ottimi risultati fanno da apripista all’attesissima settimana del nuoto tra le corsie, dove l’Italia si presenta con la formazione più numerosa (e probabilmente forte) di sempre. La scelta del c.t. Alberto Castagnetti è chiara: dietro ai grandi campioni ormai affermati è giusto far crescere un gruppo giovane e di ottime qualità, e quale occasione migliore per fare esperienza se non un campionato Europeo?

Il risultato sono quattro ori, cinque argenti e due bronzi (che insieme alle medaglie delle altre discipline ci valgono il terzo posto nel medagliere finale), altri undici piazzamenti in finale e cinque primati italiani. Sembra proprio l’inizio di un ciclo vincente.

L’esempio lampante dello stato di forma italiano è senza dubbio la staffetta 4x200 stile libero: strabiliante. Il quartetto azzurro, già campione e primatista europeo nonché vice-campione del mondo, in Europa non ha davvero rivali e, se non fosse per gli extraterresti Australiani, dominerebbe anche il mondo. Con Pellicciari e Cappellazzo (che sostituisce Beccari) da 1’48", e i "gemellini" Brembilla e Rosolino senza affanno in 1’47", il compito sembra anche troppo facile, e la Germania argento resta a guardare a più di cinque secondi di distacco.

E se i nostri leader carismatici sono venuti a mancare chi fisicamente (Fioravanti assente per infortunio) e chi in alcune prestazioni individuali (Rosolino squalificato nei suoi 200 misti, ma comunque buono argento nei 400 stile e bronzo nei 200 stile), il resto della squadra non è stato sicuramente a guardare.

Sopra le righe Emiliano Brembilla: a lui l’onore di aprire col botto i trionfi azzurri, conquistando l’oro nei 400 stile (3’46"60) con due secondi su Max Rosolino. Emiliano ha poi dovuto arrendersi alla potenza di v.d. Hoogenband nei 200 stile, chiudendo al secondo posto col primato personale di 1’46"94. Non ha invece partecipato ai 1500, gara in cui ci ha pensato Cristian Minotti a stupire: arrivo con sprint al cardiopalma insieme al russo Prilukov, e ottimo argento a soli 28 centesimi dall’oro.

Chi l’oro l’ha invece conquistato allo sprint è stato Davide Rummolo nei 200 rana, che lo avevano visto bronzo a Sydney. Nuovo record dei campionati in 2’11"37 per il napoletano, e meritatissimo titolo europeo al termine di una delle finali più belle dell’intero programma.

Ed un altro meritato oro atterra a Torino: Alessio Boggiatto, già campione del mondo a Fukuoka e argento qui a Berlino nei 200 misti orfani di Rosolino, ha attaccato il record del mondo di Tom Dolan nei 400 misti. La prestazione non è arrivata, ma dopo il 4’13"19 e l’ennesimo alloro internazionale, la sensazione è che non ci manchi molto.

La fortuna non ha invece accompagnato i due veterani della squadra. Lorenzo Vismara, dopo il bronzo a sorpresa nella 4x100 stile con Scarica, Galenda e Cercato, è giunto secondo nei 50 stile in una finale insolita, vinta dal polacco Kizierowski in 22"18 (alla portata di Lorenzo) e che ha visto VDH quarto e Alexander Popov addirittura quinto.

Finale lenta e tempo non eclatante per Emanuele Merisi: quarto in 1’59"17, con l’oro del croato Kozulj a 1’58"70. Piccola delusione nell’ennesima finale dell’ormai trentenne capitano di lungo corso della nazionale, che dice (e noi lo speriamo) di non volersi assolutamente arrendere.

Segnali di risveglio erano attesi dal settore femminile, che ha vissuto ultimamente all’ombra dei compagni maschietti. La sensazione è quella di una notevole crescita, testimoniata dai numerosi piazzamenti e dai record migliorati.

Due finali centrate da Alessandra Cappa: sesta nei 50 dorso, gara nella quale ha per tre volte nei diversi turni migliorato il record italiano, fino a portarlo a 29"31, e settima nei 100 dorso, con record italiano in batteria (1’02"46).

Ottima Francesca Segat: il miglior piazzamento delle donne è il suo quinto posto nei 200 farfalla, arricchito dal primato italiano in semifinale in 2’12"22.

E non succedeva da tempo di aver due ragazze nella stessa finale: hanno rotto il tabù Sara Farina (sesta in 2’30"26) e la giovanissima Chiara Boggiatto (settima in 2’30"69) nella finale dei 200 rana.

Il tutto è corredato da un quasi-record italiano del quartetto Cappa, Farina, Segat, Vianini nella 4x100 mista (4’10"38) in finale chiusa al sesto posto. Decisamente una buona prestazione.

Il movimento natatorio italiano sta bene e appare in costante crescita nei consensi, nelle adesioni e nei risultati. Che l’amore di cui parlavo prima continui, si rafforzi l’anno prossimo ai mondiali di Barcellona, e diventi matrimonio sui podi delle olimpiadi di Atene 2004: il tricolore sarà il suo vestito e l’inno di Mameli la sua marcia nuziale…

Lo specchietto completo dei risultati degli italiani in gara (n.d.r.)


4-8-2002

lucasoligo@libero.it

In collaborazione con

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Delegazione Provinciale VARESE

 

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